Care amiche e cari amici di Federico Tomanin,
oggi vi parlo di San Rocco, che è il santo più invocato nel Medioevo, protettore in caso di epidemie, e vi riporto un Inno/Filastrocca a lui dedicato.
San Rocco è il santo più invocato, dal Medioevo in poi, come protettore dal terribile flagello della peste, e la sua popolarità è tuttora ampiamente diffusa. La sua protezione si è progressivamente estesa al mondo contadino, agli animali, alle grandi catastrofi come i terremoti, alle epidemie e malattie gravissime.
Nato in Francia, la sua vicenda umana si dispiega nell'Europa della metà del 1300, funestata dal flagello della peste. Questo giovane uomo dall’aspetto delicato, non esitò a lasciare la sicurezza della casa paterna per mettersi in viaggio e portare conforto e salvezza agli ammalati e ai sofferenti.
Fu in Italia che le sue doti taumaturgiche si manifestarono: bastava il tocco della sua mano benedetta per guarire i malati abbandonati dai loro stessi parenti.
Le statue di San Rocco lo rappresentano in veste di pellegrino, con il tabarro, il cappello a tesa larga, un bastone da viaggio a cui erano assicurate conchiglie per raccogliere l’acqua e una zucca vuota per conservarla, la bisaccia a tracolla.
Altre statue di San Rocco lo raffigurano mettendo in evidenza le sue doti di guaritore: egli era anche un ex studente di medicina, e così viene presentato con in mano le lancette che venivano utilizzate per incidere i bubboni della peste. E dal momento che anche lui venne contagiato, a un certo punto, viene presentato anche con i segni del morbo, una ferita sulla coscia che sembra stillare sangue.
Si dice che egli avesse una voglia a forma di croce sul petto, all'altezza del cuore. Per questo i ritratti di San Rocco presentano spesso questo particolare decoro sugli abiti del Santo.
Sempre nelle raffigurazioni di San Rocco troviamo un Angelo e un cane: entrambi confortarono il Santo durante la malattia, il primo promettendogli la guarigione, il secondo portandogli ogni giorno un tozzo di pane perché potesse sostentarsi.
San Rocco tornò in patria e venne imprigionato dai suoi stessi parenti che, non riconoscendolo, lo scambiarono per una spia. Fu solo dopo la sua morte avvenuta in prigione che il riconoscimento avvenne. Accanto al proprio corpo il Santo aveva lasciato una tavoletta con la scritta: “Chiunque mi invocherà contro la peste sarà liberato da questo flagello.” Per questo ancora oggi egli è patrono dei malati infettivi, degli invalidi e dei prigionieri.
O San Rocco, nostro avvocato,
dalla Francia siete venuto
e la peste avete guarito
con amore e carità
e per tutte le città.
Voi soffriste gran dolore,
foste sempre abbandonato,
il cagnolino vi ha confortato,
e del pane vi ha portato
o San Rocco nostro avvocato.
San Rocco di Montpellier,
siamo tutti bisognosi
di salute e di timore
Voi vedete i nostri cuori,
provvedeteli per pietà.
Quando siamo sul letto ammalati,
Vi chiamiamo ad alta voce,
San Rocco pellegrino,
modello di carità,
tutto pieno di purità.
Cavaliere avventurato
di Giovanni e di Iberia,
donna di grazia e carità
che stillò nel figlio suo
grandi opere di pietà.
A vent'anni è rimasto orfanello
tutto nudo e poverello
e suo zio lo disprezzava
e con schiaffi lo minacciava
questo è il santo che tutti salvava.
Si vestì di duro saio
con una corda si strinse il suo corpo
girò Roma e la Toscana
e dei miracoli operava
peste e morbo sradicava.
Si vestì da giovanetto
al terz'ordine divino
Cesena e Rimini ha salvato
e dalla peste le ha liberate
Salvatore da tutti è chiamato.
Rifiutando ogni onore
si portò a Piacenza con tanto amore
dove la peste faceva strage
col solo segno della Croce
confortava gli appestati.
O San Rocco nostro avvocato
Voi guardateci dai perigli
ché noi siamo i vostri figli
gran santo di carità
ed abbiate di noi pietà.
Abbraccio Angelico,
Federico Tomanin
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